Pedagogia

 La reazione antipositivista e Giovanni Gentile

La prima parte del XX secolo è contraddistinta anche da una reazione antipositivista, che si concretizza in una critica dell’attivismo pedagogico. Dal punto di vista filosofico, si ripropongono pedagogie ispirate all’ideale umanistico. Principale esponente di questa linea interpretativa è Giovanni Gentile, egli critica l’idea che la pedagogia sia una scienza sperimentale: in quanto scienza della formazione dell’uomo essa non può essere scienza della formazione dello spirito e cioè sapere filosofico.

L’idealismo e il positivismo sono le due grandi manifestazioni della filosofia dell’Ottocento. Un’idea fondamentale li domina entrambi: quella di una realtà unica e infinita, che si evolve e progredisce necessariamente. Realtà che per l’idealismo è spirito o ragione, per il positivismo è materia. Si possono esprimere nel seguente modo le caratteristiche di ogni positivismo:
1. Non c’è altra realtà che il fatto naturale
2. Tra i fatti naturali sussistono rapporti che costituiscono leggi immutabili e necessitanti
3. La scienza è l’unico sapere che conosce le leggi esistenti tra i fatti naturali.
Questi presupposti sembrano escludere che l’uomo e il suo mondo spirituale abbiano una qualsiasi originalità e autonomia nei confronti della natura, anch’essi devono ridursi a una collezione di fatti retti da leggi.
A questa riduzione della realtà a rapporti causali necessari si oppongono le correnti filosofiche che costituiscono la reazione antipositivistica. Ma negare le tesi del positivismo significa negare che i fatti naturali siano l’unica realtà e che la scienza sia l’unica conoscenza possibile. Questo implica che la filosofia abbia a che fare con un’altra realtà e che possieda un modo di conoscerla che non si riduce alla scienza. Quindi le filosofie antipositivistiche hanno il compito di dire cos’è la filosofia.
• Per lo spiritualismo il filosofare consiste nel ripiegamento interiore, nel rapporto dell’uomo con se stesso.
• Per il neocriticismo il filosofare è la riflessione sul sapere scientifico, che non accresce il volume di questo sapere, ma riconosce solo le condizioni della sua validità.
• Per il neoidealismo (con Giovanni gentile e Benedetto Croce) il filosofare è l’atto dello Spirito infinito che si riconosce come tale nelle sue manifestazioni finite.
• Per la filosofia dell’azione e il pragmatismo, il filosofare è essenzialmente un atto orientativo dell’azione e in generale della vita.

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