Pedagogia

BAMBINI E DONNE TRA SETTECENTO E OTTOCENTO
JOHAN PAUL FRIEDRICH RICHTER

In seguito a un dibattito sulle capacità cognitive dell'uomo e sull'importanza dell'educazione e dell'istruzione nel loro sviluppo avvenuto nei primi decenni dell'Ottocento, nacquero due correnti di pensiero e di ricerca.
La prima era ispirata ad una concezione romantica dell'infanzia e delle sue doti. Questa interesso molto i filosofi e gli educatori.
La seconda era incentrata sulla componente organica e psichica dell'uomo. 

J. P. F. Richter nacque nel 1763 in Germania. Egli studiò teologia a Lipsia fino a quando dovette fuggire per via di debiti accumulati. Successivamente fondò la scuola elementare di Schwarzenbach. 

Nel 1807 scrisse il saggio educativo Levana. Richter si distingueva tra gli scrittori per la sensibilità e l'empatia che mostrava nei confronti del mondo infantile. Il bambino veniva da lui presentato come la speranza per il mondo di domani e veniva descritto come l'individuo che era in grado di guardare la realtà in modo ingenuo e ottimista. Definiva i bambini come educatori degli educatori. 

Richter per quanto riguarda gli aspetti pedagogici si ispirò a Rousseau. Come Rousseau Richter rifiutava la pedagogia fatta di norme e regole precostituite e invece reputava necessari gli insegnamenti degli adulti per trasmettere i valori morali ed estetici.





 

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